Vi è mai capitato di trovarvi in fila alla posta, o in banca, o al comune per un certificato, o al pagamento del ticket alla asl, e di sentirvi dire “siamo bloccati” oppure “il server non funziona”?
A me è capitato giorni fa di aspettare quasi 15 minuti, fermo davanti allo sportello di un ufficio postale – finalmente era arrivato il mio turno ma il pc si era bloccato e doveva ripartire.
Michele Vianello, che i lettori di questo blog conoscono perché lo abbiamo spesso citato, osserva nel suo blog che le inefficienze della pubblica amministrazione fanno perdere molto tempo ai cittadini: “perché spesso le Ferrovie dello Stato sono inefficienti, perché il sistema di distribuzione della posta è inefficiente, perché la Giustizia è inefficiente, perché il Comune è inefficiente”. E cita uno studio molto interessante della Fondazione Ambrosetti, “Stato, cittadini e imprese nell’era digitale“, nel quale tra l’altro si quantifica in 40 miliardi di euro ogni anno il danno che il nostro Paese subisce per le perdite di tempo dovute alle diverse inefficienze.
Lo studio contiene una ricerca e delle proposte che riprenderemo, ma qui vogliamo sottolineare la considerazione di Vianello nel suo blog: “Eppure la cultura della ‘digitalizzazione dell’esistente’ riesce ad impedire il pieno dispiegarsi di tutte le nostre potenzialità. La burocrazia, seppure digitalizzata anzi, poiché digitalizzata, amplifica le distorsioni e l’inefficienza”.
La conclusione di Vianello può sembrare choccante e certo fa riflettere: “Delegificare l’introduzione dell’IT nella Pubblica Amministrazione, rendere più efficienti le reti e le infrastrutture, privatizzare i servizi aprendoli alla concorrenza, ci consentirà di recuperare “tempo” e ricchezza. Sicuramente si perderanno vecchi posti di lavoro, ma se ne creerebbero di nuovi. Il tempo così recuperato genererà efficienza e occupazione”.
Chissà cosa ne pensate…