Lo sostiene in una intervista Cristiano Radaelli, presidente di Anitec (associazione nazionale industrie informatica telecomunicazioni ed elettronica di consumo). Rileva che con il Decreto Crescita sono state poste le basi per l’agenda digitale italiana, ma solo le basi: al di là della necessità di numerosi decreti attuativi che facciano partire davvero i singoli provvedimenti adottati, manca una visione organica che coinvolga la pubblica amministrazione, le imprese, la scuola, i cittadini.
A livello di base i buoni esempi non mancano. Ne citiamo solo due.
Il comune di Bologna ha lanciato un bando di gara per l’innovazione digitale e l’occupazione dedicato a startup, liberi professionisti, scuole, università e associazioni. Mette a disposizione 100mila euro. L’Amministrazione comunale di Bologna, spiega l’assessore all’Agenda Digitale Mattia Lepore, “è convinta che per affrontare con incisività il ritardo tecnologico italiano, eliminare il digital divide e sviluppare la cultura digitale, sia fondamentale il ruolo delle città: i Comuni italiani, infatti, hanno già sperimentato in forma avanzata buone pratiche sull’anagrafe e sulle identità digitali, alcuni hanno avviato la creazione di un catasto del sottosuolo, molte amministrazioni hanno promosso, insieme con le Regioni, progetti concreti sul fronte delle Ict e dell’innovazione; nelle città si realizzeranno molti dei provvedimenti previsti dal Governo e nei grandi centri urbani si concentreranno i maggiori investimenti nelle infrastrutture e nella ricerca”.
Il comune di Venaria Reale si distingue per l’utilizzo di una card contactless, basata su tecnologia Rfid e compatibile con lo standard Nfc, che in futuro servirà anche per effettuare pagamenti wireless. Già da alcuni anni la card copre diverse attività: dalla mensa scolastica dei bambini nei 19 istituti del comune, all’Ecobank per la riconsegna di bottiglie di plastica e lattine, passando per il servizio nelle 19 farmacie gestite nella provincia di Torino, che consente la registrazione e memorizzazione degli acquisti e delle autoanalisi. La card consente anche l’apertura delle isole ecologiche e l’accesso in piscina. Il costo complessivo per lo sviluppo della card di Venaria, dalla progettazione alla distribuzione fino alla gestione, è nei limiti degli investimenti propri dell’azienda senza attingere a contributi esterni. La piattaforma è aperta e consente di aggiungere nuovi servizi in maniera illimitata. La Asm card è stata premiata nella categoria Smart City in occasione di Smau. Racconta Ivano Voghera, responsabile Itc della azienda speciale multiservizi: “La carta, realizzata dal partner tecnologico H&S Custom di Romagnano Sesia, è stata lanciata sei anni fa con le mense dei bambini. Il principio è quello di una card che si avvicina ad un lettore e registra dati e operazioni immagazzinandoli in un chip. Siamo partiti con il servizio di mensa scolastica, che permette ai bambini delle scuole, dalla materna alle medie, di registrare e pagare tutti i pasti che consumano. Il chip della card contiene inoltre la dieta dei singoli alunni, registrando persino le intolleranze alimentari e gli indici di gradimento del menù. I genitori possono ricaricare la card anche senza presentarla allo sportello con la funzione di borsellino elettronico. I bambini a scuola a Venaria passando il badge aggiornano direttamente la card”. La card scolastica viene anche utilizzata per consentire agli alunni di “dare i voti” al menu scolastico. Un’altra applicazione in ambito scolastico è la votazione elettronica del Consiglio Comunale dei Ragazzi e da quest’anno è stata implementata la richiesta del bonus per il pagamento dei centri estivi. Il diritto di accedere al bonus è calcolato in base alla dichiarazione Isee dei genitori, memorizzata nel chip della card e se la famiglia è in regola con i pagamenti delle rette scolastiche, tutti registrati nella card, scatta in automatico l’accesso al contributo. Le farmacie comunali e le scuole sono in rete, i cittadini possono registrare i loro acquisti avvicinando la card a specifici lettori. “I cittadini hanno la fotografia esatta dei farmaci detraibili acquistati nel corso dell’anno”, puntualizza Voghera. “L’aspetto più innovativo è che in un’unica card sono incorporati diversi servizi che normalmente implicherebbero singole card o tessere”, aggiunge Voghera, che racconta di un’altra applicazione, quella dei permessi ai disabili, “Nessuno può utilizzare permessi falsi perché sono tutti archiviati nel database dei vigili. Ogni permesso dispone di tag Rfid che consente di verificare l’identificativo via palmare”.
Ci sono però dei problemi per inserire altri servizi nella card: i servizi gestiti da altri enti (provincia o regione) o insieme ad altri enti, utilizzano sistemi elettronici diversi. E qui la tecnologia deve combattere con la burocrazia…