Tonino Solombrino compirà 50 anni fra tre mesi. 30 anni della sua vita pubblica sono stati dedicati completamente alla Svic e alla pallavolo. Raggiungendo buoni risultati sia nel lavoro che nello sport. Allena una squadra magliese di volley e quest’anno le sue ragazze hanno vinto il campionato approdando, unica squadra femminile salentina, nel campionato nazionale B1.
Ripercorrere con Tonino la sua vita lavorativa significa ripercorrere la vita della Svic.
Come sei finito nella Svic?
Mi sono diplomato nel 1982 nel “mitico” liceo sperimentale Capece di Maglie, corso di Informatica, lì ho conosciuto il “professore” Oronzo Sticchi. Ho svolto subito il servizio militare e al ritorno, ormai pronto ad iscrivermi ad una facoltà di informatica, ho ricevuto una telefonata del professore Sticchi che mi invitava a fare una chiacchierata con lui. Mi ha proposto di lavorare nella sua azienda appena avviata e…dal marzo 1984 abbiamo sempre collaborato, affrontando momenti difficili e momenti esaltanti, come è normale nella vita.
Sei stato messo subito ai computer?
No, all’inizio ho svolto semplici lavori di contabilità mentre approfondivo la programmazione, allora esisteva il linguaggio Basic. Dopo un paio d’anni ho cominciato ad occuparmi di assistenza sistemistica, mi recavo presso i clienti, piccole aziende che si aprivano all’informatica, per fare formazione sui programmi distribuiti da Ibm. Tra le prime aziende che ho seguito ricordo la Santese di Maglie, un biscottificio di Scorrano, Supercornice di Calimera…praticamente ho vissuto l’inizio del pc nel mondo del lavoro. Erano i primi pc, con due floppy, uno con i programmi e l’altro con i dati…
Ma poi hai cambiato tipo di lavoro.
Sì, il dottore Sticchi mi disse che l’azienda aveva bisogno di sviluppare il settore vendite e che gli sembrava che io avessi delle attitudini per un lavoro del genere oltre ad aver maturato una conoscenza di strumenti e programmi sufficiente per rilevare le esigenze dei clienti. Ho cominciato con aziende e professionisti, commercialisti soprattutto, e poi progressivamente mi sono occupato e continuo ad occuparmi quasi esclusivamente di pubblica amministrazione.
Quale è stato il primo comune di cui ti sei occupato?
Lo ricordo bene, quello di Scorrano. Fine anni ’80, avevamo messo su finalmente un sistema informatico e ricordo che il sindaco Walter Colazzo un 14 agosto dispose che subito, sin dal 16 agosto, fosse abbandonato definitivamente il vecchio modo manuale di lavorare per passare a quello informatico.
In cosa consiste adesso il tuo lavoro?
E’ cambiato soprattutto con il cambiamento delle politiche aziendali. Siamo passati dalla vendita del prodotto alla vendita del prodotto e servizio e adesso ci occupiamo essenzialmente di servizi, con attività di affiancamento e consulenza.
Certo, tutta la mia attività oggi si basa sulle relazioni stabilite in anni e anni di contatti con i decisori dei vari enti, sindaci e segretari, per presentare le nostre soluzioni alle loro esigenze.
Una volta da me rilevata l’esigenza dell’ente, attraverso i colloqui con le persone interessate, la analizziamo in Svic ed elaboriamo delle proposte, dei preventivi. Poi comincia il lavoro più paziente di approfondimento che può sfociare positivamente in un contratto.
In che senso devi ancora “seguire” i tuoi vecchi comuni?
Il periodo forte di lavoro è tra novembre e marzo. Già a novembre devo contattare tutti i comuni per il rinnovo annuale dei contratti e per offrire nuovi servizi più ricchi e utili. I contratti annuali sono una scelta aziendale perché vogliamo che i comuni si sentano liberi di continuare o meno con noi. In tanti anni abbiamo perso un solo comune ma adesso sono oltre 40, tra comuni e associazioni di comuni, quelli che noi serviamo.
L’ultimo tuo “successo”?
Il comune di Ruffano. Da tempo avevamo lì solo i servizi demografici e per anni senza successo proponevo l’allargamento dei servizi da noi offerti. Quando stavamo per concludere è caduta l’amministrazione, vanificando tutto il lavoro svolto. Poi sono stati rieletti gli stessi amministratori e siamo riusciti a far accettare la nostra soluzione per integrare tutti i servizi.
Il lavoro più difficile che ricordi?
Senz’altro quello per il comune di Taurisano. Dopo il solito lungo lavoro di preparazione decisero di effettuare una gara. Grande soddisfazione però perché la gara particolarmente impegnativa fu vinta da noi, con apprezzamento per il progetto tecnico e la proposta economica.
Molto faticosa anche una grossa recente gara per un’area vasta, per la quale attendiamo fiduciosi l’aggiudicazione definitiva. Sarebbe una grande soddisfazione.
Come sono cambiati negli anni i tuoi interlocutori pubblici?
Oggi sicuramente sono più preparati. Quasi tutti quelli con cui siamo in contatto provengono d’altra parte dalla prima fase della meccanizzazione, quindi abbiamo fatto del cammino insieme e hanno appurato il nostro valore. Va considerato che oggi la differenza non la fanno tanto i programmi quanto la struttura che affianca i clienti. La nostra azienda è stata lungimirante quando ha puntato tutto sui servizi, scelta che all’inizio poteva anche apparire rischiosa ma che al momento è vincente. Perché siamo in grado di aiutare i comuni soprattutto in settori carenti di personale e però prioritari nell’organizzazione comunale: sto pensando ad esempio al settore dei tributi.
Sei molto noto come allenatore di pallavolo: come concili il tuo lavoro con l’impegno sportivo?
Sono stato contagiato dalla passione della pallavolo ad Otranto, da ragazzo. Ho fatto ogni giorno la Maglie-Otranto con tutti i mezzi possibili per giocare nella squadra che un gruppo di amici aveva messo su ad Otranto. Poi sono stato convinto ad impegnarmi su Maglie, ho frequentato corsi di formazione e…ho continuato sinora. Sia il lavoro che lo sport comportano stress, ma le esperienze di lavoro mi sono state utilissime anche per il mio compito di allenatore. Ragionare per obiettivi, non farsi gestire dal tempo ma gestire il tempo: ecco due insegnamenti che mi sono venuti dalla vita in Svic ed in particolare dal dottor Sticchi. Di mio ci ho messo la pignoleria, la metodicità, la caparbietà.
Quali parole esprimono meglio la tua filosofia di vita?
Pianificazione e quindi organizzazione, obiettivi, motivazioni.
Se pensi alla Svic, all’azienda, quali pensieri ti vengono in mente?
Con il tempo l’azienda ha assunto sempre più i connotati della vita, del pensiero del dottor Sticchi. Da azienda che andava a proporsi siamo diventati una azienda che viene ricercata e richiesta. Questo soprattutto perché le persone che ci lavorano sono cresciute e continuiamo a ragionare per obiettivi: i nostri clienti sanno che non ci fermiamo sino a quando non raggiungiamo con loro e per loro i traguardi fissati. Alcuni dicono che siamo “cari” ma poi, vedendo i risultati, capiscono che a volte si può spendere di più per avere servizi ottimali. Il mio legame con la Svic comunque è profondamente affettivo, e in alcuni momenti ho rinunciato ad offerte che mi venivano proposte: dopo trenta anni non posso che essere grato al dottor Sticchi per gli insegnamenti e l’esempio ricevuto.
So che hai una tua foto recente molto significativa…
Sono rimasto sorpreso anche io nel vedere quella foto, io in ginocchio sul parquet dopo la vittoria che ha mandato in B1 la mia squadra. Non mi ero reso conto di quello che facevo, e mi sono fermato a lungo ad osservare la foto che in effetti esprime tutto quello che ho dentro e che in genere non riesco a mostrare all’esterno. E’ una foto che mi piace perché sono proprio io!
Grazie Tonino