Una analisi di Cisco IBSG spiega come favorire la collaborazione e la partecipazione dei cittadini in un progetto comune. Tra open data, big data, open innovation, il modello della Rete è la nuova infrastruttura su cui persone e aziende possono costruire il futuro.
Oltre a parlare di “smart city”, città intelligenti, si comincia a parlare nella rete di “smart community”, comunità intelligenti, gruppi di persone che vivono in una stessa zona o con gli stessi interessi.
La possibilità per i cittadini di accedere a un gran numero di informazioni, informazioni pubbliche, di fatto cambia il concetto di partecipazione dei cittadini e il concetto stesso di democrazia.
Cambia soprattutto il rapporto tra un “centro” che governa e la “periferia” formata da cittadini che ragionano, discutono, giudicano, propongono, decidono in modo veloce e spesso innovativo e creativo.
Ci è sembrato molto interessante QUESTO ARTICOLO di Shane Mitchell, manager urban innovation, che, presentando uno studio effettuato da esperti della Cisco, illustra le possibilità e le modalità nuove di governo e di partecipazione.
Sembrano temi e problematiche lontane dalla nostra pratica quotidiana, ma non è così. Basti pensare, solo per fare un esempio, ai meccanismi introdotti in Italia dal Movimento 5 Stelle e ai meccanismi che si vorranno o potranno presto introdurre nel sistema di governo italiano, centrale e periferico.
Lo studio “ha identificato sei trend chiave che stanno trasformando la partecipazione dei cittadini e il concetto di democrazia. Amministrazioni pubbliche e comunità devono prenderli in considerazione e possono avvalersene per progettare, sviluppare e realizzare in modo migliore le proprie policy, le norme, i servizi. Essi sono:
- l’Open Data e l’utilizzo dell’informazione per favorire l’innovazione e la trasparenza;
- il fenomeno “Big Data” – ovvero la possibilità di attingere ad una quantità senza precedenti di dati, provenienti dalle più varie fonti, disponendo di metodi efficaci per analizzarli e servirsene per affrontare le principali sfide sociali, economiche ed ambientali;
- l’Open Innovation e la produzione “tra pari” (peer production);
- la progettazione centrata sull’utente;
- la possibilità di connettere alla rete ed in una rete i più diversi luoghi;
- lo sviluppo di un nuovo livello di fiducia tra cittadini e comunità, ottenuto aumentando il coinvolgimento e la partecipazione.”
In sostanza, si sostiene nello studio, “l’innovazione e la partecipazione nelle comunità si possono favorire attraverso strumenti creati insieme da attori pubblici e privati, costruendo ambienti in cui sperimentare liberamente nuovi modelli di collaborazione”.
Si tratta di applicazioni, servizi, nuovi modelli di business… “Governi e imprese, collaborando, possono creare valore per la comunità attivando partnership pubblico/private in cui coinvolgere tutti gli attori della comunità interessati a un dato tema e in grado di offrire un contributo operativo o di idee. Investire nella creazione di reti unendo i mezzi del settore pubblico e di quello privato significa gettare le fondamenta necessarie a costruire sistemi di gestione della città e piattaforme per l’offerta di servizi ed a permettere ai cittadini di creare applicazioni ed attivare forme di innovazione aperta”.
La conclusione è ricca di prospettive avvincenti: “le tecnologie ed i modelli di governance devono mettere al centro i cittadini, creando servizi basati sulle loro esigenze e coinvolgendoli nei processi di progettazione e innovazione”.
Buon fine settimana a tutti !